Coronavirus: microbiota intestinale, alimentazione e sistema immunitario. Intervista al Dott.Zanello

In queste ultime settimane, l’emergenza Coronavirus ha destabilizzato tutti noi, da diversi punti di vista, e ha evidenziato l’importanza della prevenzione e del mantenimento di un sistema immunitario competente e ricettivo, pronto a rispondere rapidamente agli attacchi esterni di virus e batteri, che con la senescenza tende a diminuire di efficacia.

La quarantena a causa del Coronavirus che le persone stanno affrontando responsabilmente in casa pone l’attenzione anche su altri due aspetti oggi più che mai rilevanti: alimentazione e stili di vita, due fattori che insieme a quelli genetici concorrono ad avere difese immunitarie pronte oppure debilitate.
Proprio per questo abbiamo chiesto ad Dott. Zanello, Nutrizionista, Biologo e Responsabile scientifico di AVD Reform, quanto l’alimentazione può influire sulla nostra salute e come ciò che mangiamo agisce sul nostro microbiota intestinale, dove sappiamo risiede fino all’80% della nostra linea di difesa immunitaria.

Partiamo dalle basi, cos’è il microbiota intestinale e perché è importante per le nostre difese?

Sempre più evidenze scientifiche ci confermano come il microbiota intestinale sia al centro del nostro benessere psicofisico e ci garantisca uno stato ottimale di immunosorveglianza. Disbiosi intestinale, deregolazioni immunitarie e stati infiammatori cronici di basso grado dipendono in buona parte da quello che mangiamo e dal nostro stile di vita, aumentando la nostra predisposizione ad ammalarci. A livello dell’intestino tenue, in particolare, in prossimità della sottomucosa risiedono le cellule di presentazione dell’antigene (APC) afferenti al sistema immunitario aspecifico, che come soldati in trincea, sono la prima linea di difesa nei confronti di agenti patogeni con i quali veniamo costantemente in contatto. Inoltre, queste rappresentano l’anello di congiunzione con l’immunità specifica, i linfociti, contribuendo alla corretta regolazione del piatto immunologico Th1/Th2 e Th17/Treg, che regola il tipo di risposta corretta da mettere in atto nelle diverse condizioni che ci troviamo ad affrontare (infezioni virali, batteriche, parassitarie ecc).

In questo complesso “scenario di guerra”, il microbiota intestinale, costituito perlopiù da microrganismi benefici per il nostro organismo, ha un ruolo chiave come un “direttore di orchestra” nel controllo infiammatorio, mantenendo una integrità di mucosa ottimale, e conseguentemente nella corretta modulazione della risposta immunitaria, pronta ad attivarsi in misura ottimale solamente quando c’è una reale necessità.

Come si può controllare l’infiammazione intestinale attraverso l’alimentazione. Quali alimenti possiamo mettere nel carrello della spesa e quali no soprattutto in questo periodo di quarantena da Coronavirus?

Prima si diceva “siamo quello che mangiamo”, mentre adesso si tende a dire “siamo quello che assorbiamo”, quindi l’integrità della mucosa intestinale e il microbiota (bifidobatteri e lattobacilli in primis) tramite la produzione di acidi grassi a corta catena, come propionato e butirrato, contribuiscono alla riduzione dei livelli infiammatori sistemici e alla capacità dell’estrazione dei nutrienti dagli alimenti. Nell’ambito di un piano alimentare a ridotto contenuto di carboidrati e zuccheri, sarà fondamentale quindi non demonizzare i grassi, quelli buoni, ad azione trofica di mucosa e antinfiammatoria, ricchi di omega 3, come olio di semi di lino, noci, pesce di piccola taglia, ma anche salmone selvaggio e avocado.

Fondamentale anche l’assunzione di composti solforati come il sulforano che assimiliamo dalle crucifere, broccoletti, cavoletti di Bruxelles, cavolfiore, uova, che grazie alla cisteina riescono a garantire la produzione di glutatione ridotto, un composto ad azione antiossidante intracellulare, che garantisce il buon funzionamento epatico e il corretto equilibrio Th1/Th2 per una corretta risposta immunitaria antivirale. Inoltre, i polifenoli, come la curcuma longa, ma anche quelli presenti ad esempio nella verdura (da preferire) e nella frutta colorata (rape rosse, carciofi, olive nere, cipolla, spinaci, cacao, frutti di bosco, prugne, noci pecan, caffè).

Da non trascurare il thè verde che grazie alla presenza delle epigallocatechine gallato, esplicano una buona azione antiossidante a di sostegno immunitario. In questo periodo più che mai può risultare utile ridurre invece quei cibi che possono indurre infiammazione, come ad esempio quelli contenenti glutine, lattosio, caseine, zuccheri semplici e carne di maiale, oltre a preferire quanto più possibile cibi a basso indice insulinemico, e quindi che ci permettono di mantenere livelli glicemici (di zucchero nel sangue) quanto più costanti durante la giornata, evitando eccessive fluttuazioni e picchi glicemici che stimolano eccessive risposte insuliniche.

Come si può affrontare al meglio questo periodo caratterizzato dall’emergenza Coronavirus dal punto di vista alimentare?

Siamo ormai a più di 3 settimane di “quarantena”, il nostro dispendio calorico è certamente piuttosto limitato, e quindi è più che mai importante stare attenti a ciò che acquistiamo e che mettiamo a tavola, ma anche alla preparazione e alla cottura dei cibi. Naturalmente esiste un fattore individuale che è importante considerare e che determina l’assoluta necessità della personalizzazione della dieta. Tuttavia, nell’ambito di alcune indicazioni generali, possiamo affermare che per una buona salute intestinale sarà importante selezionare abbondanti verdure fresche di stagione, naturalmente colorate, con le quali iniziare il pasto, eventualmente crude a pranzo e cotte a cena, proteine ad elevato valore biologico, da pesce, carne biologica allevata a sola erba, uova biologiche, e cereali a basso indice glicemico, meglio se a pranzo, e frutta ricca in vitamina C, ma non più di due porzioni al giorno, perché in relazione al tipo di frutta, può altresì contribuire all’innalzamento della glicemia.

In considerazione del presunto ridotto consumo calorico, questo periodo potrebbe risultare utile per alcune persone per sperimentare il digiuno intermittente, che prevede 16 ore di digiuno, con assunzione di soli liquidi, seguite da 8 ore dove concentriamo invece colazione e pranzo, al fine di stabilizzare l’insulina plasmatica e favorire naturalmente i processi di depurazione e drenaggio.

Esiste una integrazione dedicata per questo periodo?

Come l’alimentazione, anche l’integrazione deve essere personalizzata secondo le proprie esigenza in accordo con un terapeuta, medico o biologo che vi possa seguire ma è un valido aiuto per sostenere l’organismo in questo particolare periodo caratterizzato dall’emergenza Coronavirus. Per rinforzare le difese immunitarie l’echinacea, e ancor di più i funghi medicinali (in estratto) sono sostanze ad eccezionale potere immunomodulatorio, quindi che potenziano il sistema immunitario aspecifico e indirettamente quello specifico. Inoltre, anche vitamina C da fonte naturale, come la rosa canina o l’acerola, sono eccezionali in termini di biodisponibilità, oppure più semplicemente da limone fresco spremuto, oltre alla Vitamina D e al Magnesio, altre due sostanze fondamentali per il sostegno del sistema immunitario. Infine, se vogliamo sfruttare questo periodo per favorire la detossificazione e il drenaggio oltre al digiuno intermittente, sono indicati gli Estratti in Acqua Energizzata a base di carciofo, tarassaco e fumaria, da assumere prima dei pasti o da diluire in mezzo litro di acqua e bere durante la giornata.

Spesso a casa ci dimentichiamo di bere e la scarsa attività motoria contribuisce alla ritenzione dei liquidi e all’infiammazione. A questi ultimi possiamo associare estratti di boswellia, curcuma e zenzero per ridurre l’infiammazione cronica di basso grado e per prepararci al meglio e speriamo prima possibile, all’arrivo della bella stagione, per essere in forma e pronti per le attività che più ci piacciono.