Vegan B: il benessere arriva dal grano saraceno

Vegan B è un complesso totalmente naturale di vitamine del gruppo B, estratto dal grano saraceno, adatto a vegani e a chiunque sia attento al proprio benessere. Le vitamine sono essenziali per la vita e la loro carenza può creare patologie e disturbi anche importanti.

La supplementazione di vitamine in alcuni casi può essere necessaria, a causa di un’alimentazione non
equilibrata e/o dovuta allo scarso contenuto che gli alimenti al giorno d’oggi possono avere (cottura, processo di industrializzazione, confezionamento, impoverimento dei terreni, ecc…)

Vegan B contiente:

  • Vitamina B1 TIAMINA: è presente in quasi tutti gli alimenti, ma in concentrazioni molto basse. La B1 è relativamente stabile all’aria e al calore, ma è sensibile ai raggi ultravioletti e a un ph alcalino.
    La Tiamina è assorbita nell’intestino tenue e, soprattutto, nel duodeno: ecco perchè quella sintetizzata dalla flora batterica intestinale è assorbita poco.
    Viene definita come la “vitamina dello sforzo” o la “vitamina dei nervi”, a causa della sua importanza in questi disturbi. La Tiamina migliora l’assorbimento degli zuccheri, aiuta a mantenere il ritmo cardiaco, limita i danni accusati dall’alcool.
  • Vitamina B2 RIBOFLAVINA: la Riboflavina prende parte alla costruzione di due coenzimi importanti nelle reazioni di ossidoriduzione: la flavina mononucleotide (FMN) e la flavina-adenina-dinucleotide (FAD). Questa vitamina è particolarmente importante nel metabolismo lipidico e protidico. E’, per esempio, un importante fattore per il metabolismo del triptofano e anche dell’acido folico.
    Si presume infatti che certe anemie dipendano, almeno in parte, da carenza di vitamina B2, in quanto essa riduce il quantitativo di acido folico nel fegato. Anche la Riboflavina è assorbita nella parte alta dell’intestino tenue ed escreta dalle urine che vengono colorate di giallo.
    I sintomi legati ad una carenza possono essere: ipersensibilità e arrossamento delle congiuntive, dermatiti seborroiche, infiammazioni e screpolatura delle labbra.
  • Vitamina B3 NIACINA: comprende due composti attivi: la niacina e la niacinammide. Un altro nome generico è PP, “Pellagra Preventing”, perché si scoprì che era il fattore in grado di curare questa patologia, un tempo molto diffusa.
    Le malattie della pelle legate alla carenza di vitamina B3 sono svariate: eritemi, con prurito e desquamazioni, soprattutto nelle zone più esposte al sole.
  • Vitamina B5 ACIDO PANTOTENICO: scoperta nel 1933 da J. Williams, ma la sua esatta funzione biologica fu chiarita da Lipmann nel 1947. Definita come la vitamina “antistress”, è contenuta in praticamente tutti i cibi ma in dose molto bassa.
    Di fondamentale importanza per l’essere umano e la vita anche se una totale carenza è pressoché impossibile, ma in forti situazione di stress può essere necessario integrare.
  • Vitamina B6 PIRIDOSSINA: considerata la “vitamina dell’umore” o anche la “vitamina delle donne”. La piridossina è una delle vitamine più frequentemente carenti; è idrosolubile, relativamente stabile all’ossidazione, fotosensibile e poco stabile in soluzione acida. La vitamina B6 è altamente biodisponibile ma la sua instabilità chimica fa si che buona parte di essa venga persa durante la conservazione o la preparazione dei cibi. La pridossina entra anche nel metabolismo del glicogeno, soprattutto nella neoglicogenesi a partire dagli aminoacidi. E’ implicata inoltre, nel metabolismo dei neurotrasmettitori
    (ammine biogene, adrenalina, noradrenalina)
  • Vitamina B9 ACIDO FOLICO: il suo nome deriva da “foglia”, in quanto fu scoperto in buone quantità nelle verdure a foglia.
    La parte più semplice e attiva dei folati è l’acido pteroilglutammico. E’ poco stabile, sia al calore che alla luce.
    Rappresenta anche una delle vitamine di cui esiste maggiore carenza.
    Uno studio su ragazzini di colore nel Mississipi rivelò che il 99% degli esaminati ne consumava meno della metà del quantitativo necessario.
    Nell’età adulta sono soprattutto le donne in gravidanza ad avere pochi folati e ciò rappresenta un rischio per il feto. Una parte di folati è sintetizzata nell’intestino, ma secondo alcuni studiosi non in maniera disponibile per l’assorbimento; sono escreti attraverso le urine e la bile.
  • Vitamina B12 CIANOCOBALAMINA: è una vitaminica particolare: pur essendo idrosolubile può essere immagazzinata nell’organismo ed è l’unica vitamina che contiene cobalto. Viene sintetizzata da batteri presenti in molti animali, mentre è praticamente assente nel regno vegetale (piccole quantità si trovano nei legumi e nelle alghe). L’assorbimento intestinale è legato alla presenza indispensabile di una sostanza, chiamato fattore intrinseco di Castle; è altresì legato alle quantità di vitamina B12 introdotte: più se ne assume più l’assorbimento è limitato.
    La sua carenza può portare a diverse problematiche neurologiche.
  • Vitamina B8 BIOTINA: è forse la vitamina B meno nota. Fu scoperta casualmente da un istituto di ricerca di Londra. Si stavano nutrendo delle cavie con chiara d’uovo cruda come supplemento proteico, quando dopo un certo tempo, cominciarono a perdere il pelo, a soffrire di paralisi e dimagrimento. Ciò succedeva solo con un’alimentazione di albume d’uovo crudo. Nel 1940 il farmacologo Paul Gyorgy identificò una sostanza in grado di contrastare tale fenomeno chiamandola “vitamina H”. In seguito, però ci si rese conto che tale vitamina faceva parte del complesso B e fu denominata biotina. Presente nell’organismo in quantità minime, è importante per il metabolismo di grassi, carboidrati e proteine.

Bibliografia

Adrian J-Frangue R. Dizionario degli alimenti – Tecniche nuove – 1990; Arienti G . Le basi molecolari della nutrizione – Piccin – 1996; Cataldi P – Dieta Mayr – RED studio redazionale Como – 1998; Nutrizione in Naturopatia -Luca Pennisi Tecniche nuove 2001